fbpx Il gene dell'ultima sigaretta | Science in the net

Il gene dell'ultima sigaretta

Primary tabs

Tempo di lettura: 3 mins

Gli stili di vita sbagliati e nocivi, come pure quelli virtuosi, sono influenzati dal nostro DNA? Ciò è parzialmente vero, a giudicare da uno studio recentemente pubblicato su Nature Genetics: almeno per quanto riguarda l’abitudine al fumo. Genetisti dell’Università della North Carolina a Chapel Hill, capitanati da Patrick Sullivan e Helena Furberg, hanno inizialmente costituito il "Tobacco and Genetics Consortium" con 19 gruppi di ricerca che, provenienti da tutto il mondo, avevano eseguito studi di esplorazione dell’intero genoma (compresi l’Italian Atherosclerosis Thrombosis and Vascular Biology Study e lo studio inChianti).

Questi studi erano stati inizialmente concepiti con vari scopi e comprendevano diverse popolazioni di individui sani e pazienti affetti da varie malattie: soprattutto malattie cardiovascolari aterotrombotiche e diabete di tipo 2. Gli studi avevano in comune la possibilità di fornire informazioni sul rapporto fra regioni del genoma umano e vari comportamenti riguardo il fumo di sigaretta, sia negativi (fumare o no, iniziare a fumare precocemente, nonché il numero di sigarette fumate al giorno) che positivi (come la capacità di riuscire a smettere di fumare).

Dopo aver completato una prima analisi di 74.053 casi, il Consorzio ha costituito una partnership con due altri consorzi (ENGAGE e Oxford-GlaxoSmithKline), ottenendo così un enorme popolazione totale di 143.023 casi di cui si conoscevano i comportamenti sul fumo. La seconda analisi ha identificato quattro zone sulle regioni cromosomiche 15q25, 10q23 e 19q13 associate con il numero di sigarette fumate giornalmente; otto regioni associate con l’inizio precoce dell’abitudine al fumo (la più significativa sul cromosoma 11) e infine una regione sul cromosoma 9 associata con la capacità di smettere di fumare. Quindi, sono state identificate regioni del genoma umano che sono associate con il vizio del fumo, ma ve ne sono altre associate con la capacità del fumatore di abbandonare questo stile di vita dannoso.

Cosa ci dice dal punto di vista pratico questo studio? Innanzitutto, che sono necessarie ulteriori indagini più fini, perché la metanalisi del "Tobacco and Genetics Consortium" e la sua estensione attraverso gli studi inglesi e islandesi ha identificato solo regioni cromosomiche implicate nell’abitudine al fumo, ma non quali specifici geni erano coinvolti. Saranno quindi necessari ulteriori studi di fine mapping di queste regioni per identificare i geni coinvolti.

E’ già noto che nelle regioni cromosomiche individuate vi sono alcuni geni che conferiscono plausibilità biologica alle associazioni statistiche riscontrate con la dipendenza del fumo, come pure con la capacità di smettere. Per esempio, il gene CYP2A6 è coinvolto nell’inattivazione della nicotina a cotinina, e alcune varianti polimorfiche di questo gene sembrano determinare un catabolismo più lento della nicotina, causando una minore necessità di fumare un elevato numero di sigarette al giorno. Altro gene candidato è BDNF, che potrebbe essere coinvolto nell’abitudine al fumo attraverso circuiti dopaminergici che promuovono gli effetti cognitivi positivi della nicotina, e quindi la dipendenza dal fumo di sigaretta.

Nel complesso, l’individuazione più precisa dei singoli geni coinvolti dovrebbe potere mettere in chiaro i meccanismi molecolari dell’abitudine al fumo: e quindi potenzialmente individuare nuovi metodi, siano essi farmacologi o comportamentali, per modificare tale abitudine. Non è invece certamente il caso di eseguire analisi genetiche per sapere se si riuscirà o meno a smettere di fumare, e non è certo accettabile attribuire l’abitudine al fumo (né l’incapacità di smettere) a una tara genetica.

1. The Tobacco and Genetics Consortium. Genome-wide meta-analyses identify multiple loci associated with smoking behavior. Nature Genetics 2010; Volume:42, Pages:441–447.
2.Liu JZ, Tozzi F, Waterworth DM, et al. Meta-analysis and imputation refines the association of 15q25 with smoking quantity. Nat Genet. 2010;42:436-40.
3. Thorgeirsson TE, Gudbjartsson DF, Surakka I, et al. Sequence variants at CHRNB3-CHRNA6 and CYP2A6 affect smoking behavior. Nat Genet. 2010;42:448-53.

Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

"We did not do a good job in explaining how flexible biology can be," interview with Frans de Waal

Frans de Waal

Eva Benelli and Anna Romano interview Fran de Waal about his latest book, Different. Gender issues seen through the eyes of a primatologist.

Photo of Catherine Marin

After reviewing Different. Gender issues seen through the eyes of a primatologist, we wanted to have a chat with the author, the primatologist Frans de Waal, to find out what motivated him to deal with gender issues and to get his opinion on research in this and other fields of ethology. Here is our interview.