fbpx Medaglie Fields. Perché le vincono sempre i francesi? | Science in the net

Medaglie Fields. Perché le vincono sempre i francesi?

Primary tabs

Read time: 4 mins

Durante il Congresso mondiale di matematica che si è aperto il 19 agosto scorso e si chiude venerdì prossimo 27 agosto a Hyderabad, in India, sono stati annunciati i vincitori delle Fields Medals e degli altri premi IMU (l'Unione Matematica Internazionale).

La medaglia Fields è un prestigioso riconoscimento internazionale che punta a premiare non solo le capacità ma anche la 'precocità' di un matematico, perché viene assegnata a scienziati particolarmente meritevoli che non abbiano superato i 40 anni di età. Durante la cerimonia d’apertura del Congresso, il presidente indiano Pratibha Patil ha annunciato che il premio, che ha cadenza quadriennale, è stato conferito a ben quattro matematici (numero massimo previsto): Elon Lindestrauss (Israele), Ngô Bau Châu (Vietnam), Stanic Smirnov (Russia) e Cedric Villani (Francia).

Scorrendo l'elenco dei vincitori degli ultimi 20 anni colpisce un costante dominio della Russia e della Francia e una sostanziale assenza degli USA. Dominio ancora più netto per i francesi, se si
conta che in alcuni casi alcuni dei matematici premiati, come il vietnamita Ngô Bau Châu (2010) e il belga Bourgain (1994), si sono formati e lavorano proprio in quel paese.
E degli italiani colpisce l'assenza, premiati una sola volta nel 1974 con Enrico Bombieri. Eppure  la Francia è paese con una popolazione equivalente alla nostra e di medaglie in totale ne ha avute ben 10 su 52.

Quali sono le differenze tra il sistema francese e quello italiano e cosa bisognerebbe fare per riguadagnare terreno?
Il discorso sarebbe complesso, ma anche da un'analisi superficiale emergono almeno tre elementi.
In primo luogo il sistema francese è estremamente selettivo e meritocratico. Da noi la Scuola Normale di Pisa recluta ogni anno trenta persone per la classe di scienza. In Francia ci sono centinaia di ammessi alle varie discipline delle Grandes Ecoles, con un livello di preparazione estremamente alto anche per coloro che non faranno la carriera accademica. Questo vuol dire avere in pratica due tipi diversi di Università e non è detto che sia positivo. Per esempio un laureato italiano in matematica sarà in media più bravo di un laureato francese al di fuori delle scuole speciali. Ma se si guardano le punte, certamente una persona dotata in Francia avrà una vita più facile che in Italia.

In secondo luogo, in Francia c'è una migliore organizzazione della ricerca e del reclutamento. Si cerca di ottimizzare l'utilizzo delle risorse e ai bravi ricercatori vengono offerte molte opportunità: meno insegnamento, soldi per la ricerca, posizioni di responsabilità. Cedric Villani, attuale vincitore della medaglia Fields a 37 anni, già da un anno dirige il prestigioso Istituto Poincaré a Parigi. In Italia avremmo dei bravi ricercatori in matematica, ma spesso vanno all'estero per mancanza di posizioni al loro livello in Italia. Oppure, a quelli che rimangono, come nel caso di Stefano Bianchini, unico italiano vincitore del premio per i giovani matematici europei della European Mathematical Society (spesso l'anticamera della medaglia Fields), non vengono offerte le stesse opportunità dei nostri colleghi d'oltralpe, in termini di posti, responsabilità di direzione dei progetti e influenza nella politica della ricerca. In Francia la direzione della politica della ricerca matematica è affidata a persone tra i 45 e i 60 anni. In Italia sotto ai 60 sei considerato un giovane.

Infine, per la società e l'industria la matematica è considerata molto più importante. Oltre ad avere molti più ricercatori di noi (per esempio i ricercatori in matematica al CNRS francese sono altre il quadruplo dei ricercatori nello stesso settore al CNR italiano), esiste una maggiore attenzione sociale, a cominciare dai giornali, che spesso dedicano la prima pagina proprio alle notizie di ricerca sulla matematica. In Italia ci si appassiona molto della storia della matematica e di altre curiosità, ma poco della ricerca di frontiera, anche se anche lì ci sarebbe molto da raccontare.
Cosa fare per cercare di cambiare la situazione?

Qualche modesta proposta.

  1. Creare borse e premi speciali per valorizzare l'attività dei giovani matematici italiani già a partire dalla laurea magistrale. L'UMI, la SIMAI e l'INdAM stanno muovendosi su questo terreno, ma per ora con un impatto limitato.
  2. Creare delle cattedre di eccellenza per poter richiamare rapidamente i bravi matematici italiani che lavorano all'estero, proponendo condizioni competitive e aprendo queste opportunità anche ai bravi matematici stranieri. Il segreto per avere una buona scuola è spesso anche nell'importazione di cervelli.
  3. Ringiovanire drasticamente la classe dirigente. Essendo basata su meccanismi elettorali, questo richiederebbe una presa di coscienza della comunità scientifica, ma crediamo che non sia difficile individuare, attraverso il criterio dell'eccellenza scientifica, le persone che potrebbero dirigere il futuro della matematica italiana.

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

How far has scientific culture come in Italy in the last twenty years?

It will be presented on March 18 the 20th edition of the Science Technology and Society Yearbook by Observa, which gathers twenty years of data to provide an overview of the most significant dynamics and trends in the relationships between science, technology, and society. Here is our review of the report.

Often when the Italian speaker discusses any topic, they express their opinions. The Anglo-Saxon speaker, on the other hand, often starts by presenting data, and then, if really necessary, offers their opinion.