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Il richiamo di Lima per l’azione sul clima

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I lavori della COP20 di Lima si sono chiusi alle ore 1.28 a.m.di domenica 14 dicembre, (ore 7.28 in Italia), con l’approvazione del “Lima Call for Climate Action”. Un applauso liberatorio ha salutato l’approvazione di un testo di compromesso, dopo più di un giorno di ritardo e di negoziato continuo.

La quinta bozza del testo “Further Advancing the Durban Platform” è stata approvata dopo aver smussato con “interventi chirurgici” alcune differenze delle bozze precedenti, relativi a punti non trascurabili e non nuovi del negoziato sul clima; un negoziato che si è sempre più ampliato, con diversi temi paralleli che hanno preso spazio e rilevanza.
Il “Lima Call” è un passo importante per poter proseguire in questo anno il tentativo di raggiungere un accordo a Parigi. Un accordo che non sarà per niente facile, viste le difficoltà e le divisioni riscontrate anche in questi 15 giorni; ma che è possibile, visto che tutti – con poche eccezioni – hanno chiaro che è un accordo necessario.

I temi in discussione alla COP20 sono stati molti:

1) Percorso della “Durban Platform per una azione incrementata” (Ad Hoc Working Group on the Durban Platform for Enhanced Action” – ADP) che fissa il percorso in vista dell’accordo nella COP21 di Parigi, di cui inoltre sono sostanziati, cogliendo un importante obiettivo, gli elementi sostanziali di partenza, inclusa una serie di opzioni tra cui scegliere o tra le quali trovare un compromesso, con un testo lungo 38 pagine, quindi piuttosto ampio ma anche gestibile.

2) Impegni pre 2020: i meccanismi, ampiamente unilaterali e senza elementi incentivanti, su come aumentare il “livello di ambizione”, visto che le attuali “offerte” di riduzione delle emissioni sono incompatibili con l’impegno di limitare l’aumento di temperatura a meno di 2°C (o 1,5°C, variante preferita dai paesi più a rischio immediato e che non è stata scartata) rispetto al livello preindustriale (valore della temperatura verso la fine del XVIII secolo).

3) Impegni a lungo termine: come raggiungere “emissioni zero” entro fine secolo. I vari INDC (Intended Nationally Determined Contributions), i cui contenuti sono stati fino all’ultimo oggetto di discussione, con chi ne proponeva una lunga lista, inclusi aspetti di adattamento, e chi li considera degli eredi “per tutti” dei Nationally Appropriate Mitigation Actions (NAMAs) già redatti da molti Paesi in via di sviluppo, continueranno ad essere discussi dopo il 2015 cercando di aumentare le ambizioni dei Paesi, in un processo di revisione periodico ogni 5 anni.

4) Procedure per il monitoraggio, la revisione, e l’analisi dell’equità degli impegni: puntando ad un sistema informale di peer-review, col rischio che, senza controlli, gli impegni valgano poco.

5) Impegni finanziari per la mitigazione e l’adattamento (9 decisioni approvate, tra cui una che sottolinea con sollievo che il Fondo Verde per il Clima, lanciato a Copenhagen tra mille difficoltà, ha già raccolto oltre 10 miliardi di dollari, divenendo il primo finanziatore internazionale su questo tema).

6) Loss and Damage: fondi per i danni che già vari Paesi stanno subendo a causa dei cambiamenti climatici in essere. La citazione di questo tema nel preambolo dell’accordo finale è stato uno degli scogli delle ultime ore del negoziato e si è preferito “asciugarli” per lasciare posto ad una decisione più operativa, con un rapporto annuale sul tema;

Come tutti gli accordi di compromesso, l’accordo accontenta e scontenta e un poco tutti ma secondo molti osservatori rappresenta un altro passo avanti verso il nuovo accordo globale. Da una parte c’è chi ritiene l’accordo sia un altro segnale della volontà collettiva di affrontare il problema del cambiamento climatico; dall’altra c’è chi ritiene che sia ancora troppo poco, e comunque che ci si stia allontanando dal tipo di trattato vincolante che molti si aspettavano a Copenhagen. Molto probabilmente c’è della ragione in entrambe queste posizioni.

 


La Conferenza delle Parti,
Ribadendo che i lavori del Gruppo ad hoc sulla Piattaforma di Durban per un’azione rafforzata devono essere basati sulla Convenzione e guidati dai suoi principi,
Richiamando l’obiettivo della convenzione di cui all’articolo 2,
Ricordando anche tutte le rilevanti decisioni della Conferenza delle Parti, in particolare le decisioni 1 / CP.17, 2 / CP.18 e 1 / CP.19,
Affermando la sua determinazione a rafforzare le azioni di adattamento attraverso un protocollo, un altro strumento giuridico o un risultato concordato dotato di forza legale ai sensi della Convenzione, da adottare nella XXI sessione della Conferenza delle Parti (novembre-dicembre 2015),
Richiamando le decisioni sul Warsaw International Mechanism for Loss and Damage (perdite e danni causati dal cambiamento climatico) e riconoscendo i progressi compiuti a Lima per l’attuazione del Warsaw International Mechanism for Loss and Damage,
Prendendo atto con grande preoccupazione del notevole divario tra il totale complessivo delle offerte di riduzione delle emissioni annue di gas serra entro il 2020 e le traiettorie delle emissioni totali coerenti con l’avere una probabile di mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto di 2° C o 1.5° C rispetto ai livelli pre-industriali,
1. Conferma che il gruppo di lavoro ad hoc sulla Piattaforma di Durban per un’azione rafforzata deve completare i lavori di cui alla decisione 1/CP.17, paragrafo 2, al più presto possibile in modo che la Conferenza delle Parti nella sua XXI sessione possa adottare un protocollo delle Nazioni Unite, un altro strumento giuridico o un risultato concordato dotato di forza legale ai sensi della Convenzione, applicabile a tutte le Parti;
2. Decide che il protocollo, un altro strumento giuridico o il risultato concordato con forza legale ai sensi della Convenzione applicabile a tutte le Parti dovrà affrontare in modo equilibrato, tra l’altro, mitigazione, adattamento, impegni finanziari, sviluppo e trasferimento di tecnologie, capacity-building, e la trasparenza di azione e di sostegno;
3. Sottolinea il suo impegno a raggiungere un accordo ambizioso nel 2015 che rifletta il principio delle responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità, alla luce delle diverse circostanze nazionali;
4. Sollecita i paesi parte sviluppati a fornire e mobilitare un maggiore sostegno finanziario per i Paesi in Via di Sviluppo per impegni ambiziosi di mitigazione e azioni di adattamento, in particolare per le Parti agli effetti negativi dei cambiamenti climatici; e riconosce il sostegno complementare da altre parti;
5. Riconosce i progressi compiuti in Lima nell’elaborare gli elementi per un progetto di testo negoziale riportato in allegato;
6. Decide che il gruppo di lavoro ad hoc sulla Piattaforma di Durban per un’azione rafforzata intensificherà il suo lavoro, con l’obiettivo di mettere a disposizione un testo negoziale per un protocollo, un altro strumento giuridico o un risultato concordato con forza legale ai sensi della Convenzione applicabile a tutti parti, prima del maggio 2015;
7. Chiede alla Segretariato UNFCCC di comunicare il testo negoziale di cui al precedente punto 6 alle Parti in conformità con le disposizioni della Convenzione e le regole delle procedure UNFCCC, pur rilevando che tale comunicazione non deve determinare che il risultato sia un protocollo, un altro legale strumento o un risultato concordato con forza legale ai sensi della Convenzione applicabile a tutte le parti;
8. Rileva che le modalità specificate nella presente decisione in relazione agli Intended Nationally Determined Contributions (Contributi Nazionali) non pregiudicano la natura giuridica e i contenuti dei contributi nazionali o il contenuto del Protocollo, di un altro strumento giuridico o degli esiti concordati con forza legale in base alla Convenzione applicabile a tutte le parti;
9. Ribadisce il suo invito a ciascuna delle Parti di comunicare al Segretariato i propri Contributi Nazionali per la realizzazione dell’obiettivo della Convenzione, enunciato nel suo articolo 2;
10. Concorda sul fatto che i Contributi Nazionali di ciascuna Parte verso la realizzazione dell’obiettivo della Convenzione enunciato nel suo articolo 2, rappresenteranno un avanzamento rispetto agli attuali impegni delle Parti;
11. Concorda inoltre che i Paesi meno sviluppati e le piccole isole in via di sviluppo possano comunicare informazioni su strategie, piani e azioni per uno sviluppo compatibile con bassi livelli di emissioni di gas serra che riflettono le loro particolari circostanze nel contesto dei Contributi Nazionali;
12. Invita tutte le Parti a considerare di comunicare i propri impegni nella pianificazione delle azioni di adattamento o a considerare di includere le azioni di adattamento nei loro Contributi Nazionali;
13. Ribadisce il suo invito a tutte le Parti a comunicare i propri Contributi Nazionali con largo anticipo rispetto alla XXI sessione della Conferenza delle Parti (entro il primo trimestre del 2015 per le Parti pronti a farlo) in modo tale da facilitare la chiarezza, la trasparenza e la comprensione dei Contributi Nazionale;
14. Concorda che le informazioni che devono essere fornite dalle Parti che comunicano il loro Contributi Nazionali, al fine di favorire la chiarezza, la trasparenza e la comprensione, possono comprendere, a seconda dei casi, tra l’altro, informazioni quantificabili sul punto di riferimento (tra cui, a seconda dei casi, un anno di riferimento), gli intervalli di tempo e/o i periodi di attuazione, la portata e la copertura, i processi di pianificazione, le assunzioni e gli approcci metodologici compresi quelli per la stima e la contabilizzazione delle emissioni di gas serra antropogenici e, se del caso, gli assorbimenti, e come il Paese ritiene che il suo Contributo Nazionale sia equo e ambizioso, alla luce delle circostanze nazionali, e in che modo contribuisce alla realizzazione dell’obiettivo della Convenzione enunciato nel suo articolo 2;
15. Ribadisce la richiesta alle Parti che sono paesi sviluppati, alle entità operative del Meccanismo Finanziario UNFCCC e ad altre organizzazioni in grado di farlo, a fornire il supporto per la preparazione e la comunicazione dei Contributi Nazionale alle Parti che possono avere bisogno di tale sostegno;
16. Chiede al segretariato di: a. Pubblicare sul sito UNFCCC i Contributi Nazionali come comunicati; b. Preparare, entro 1° novembre 2015, una relazione di sintesi sull’effetto complessivo dei Contributi Nazionali comunicati dalle Parti entro il 1° ottobre 2015;
17. Incoraggia tutte le parti del protocollo di Kyoto a ratificare e attuare L’emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto;
18. Ribadisce la sua volontà, di cui ala decisione 1/CP.19, commi 3 e 4, per accelerare la piena attuazione delle decisioni che costituiscono l’esito concordato ai sensi della decisione 1/CP.13 e a rafforzare l’ambizione nel periodo pre-2020 al fine di garantire i massimi sforzi possibili di mitigazione previsti nell’ambito della Convenzione da tutte le Parti;
19. Decide di proseguire l’esame tecnico delle opportunità ad alto potenziale di mitigazione, compresi quelli con co-benefici sulle azioni di adattamento, sulla salute e sullo sviluppo sostenibile, nel periodo 2015-2020, chiedendo al Segretariato di:

(a) Organizzare una serie di riunioni di esperti tecnici che:
i. facilitino le Parti nell’identificare le opzioni politiche, le pratiche e le tecnologie e nel pianificazione la loro attuazione, in conformità con le priorità di sviluppo definite a livello nazionale;
ii. costruiscano e utilizzino le attività del, e rafforzare ulteriormente la collaborazione e le sinergie tra, Technology Executive Committee, il Climate Technology Centre and Network, il Durban Forum on capacity-building, l’Executive Board del Clean Development Mechanism and le entità operative del Financial Mechanism;
iii. si basino sui precedenti riunioni di esperti tecnici al fine di affinare e concentrarsi su opzioni politiche attuabili;
iv. forniscano opportunità significative e regolari per l’efficace impegno di esperti delle Parti, le organizzazioni internazionali, della società civile, delle popolazioni indigene, le donne, i giovani, le istituzioni accademiche, il settore privato e le autorità subnazionali nominati dai rispettivi Paesi;
v. sostengano l’attuazione accelerata di opzioni politiche e maggiore azioni di mitigazione, anche attraverso la cooperazione internazionale;
vi. facilitino il maggiore coinvolgimento di tutte le Parti, attraverso l’annuncio dei temi da affrontare, gli ordini del giorno e i relativi materiali, con almeno due mesi di anticipo rispetto alle riunioni;
(b) Aggiornare, a seguito delle riunioni di esperti tecnici di cui al paragrafo 19(a) di cui sopra, un documento tecnico sui benefici delle azioni di mitigazione, e sulle iniziative e le opzioni per migliorare le ambizioni di mitigazione, basandosi sulle informazioni presenti nelle comunicazioni delle Parti, o derivanti da discussioni e riunioni di esperti tecnici in merito all’attuazione di opzioni politiche a tutti i livelli, anche attraverso la cooperazione multilaterale;
(c) Diffondere le informazioni di cui al paragrafo 19(b) di cui sopra, anche mediante la pubblicazione di una sintesi per i politici;

20. Chiede al gruppo di lavoro ad hoc sulla Piattaforma di Durban per un’azione rafforzata di formulare raccomandazioni su come migliorare ulteriormente il processo di esame tecnico, anche tramite la valutazione periodica delle riunioni di esperti tecnici, nella Conferenza delle Parti nella sua ventunesima sessione;
21. Accoglie con favore il Meeting di alto livello di Lima sull’Azione sul Clima, convocato dal Presidente della Conferenza delle Parti in data 11 dicembre 2014, e incoraggia il Segretario esecutivo e il Presidente della Conferenza delle Parti di convocare un evento annuale di alto livello sul miglioramento dell’implementazione delle azioni per il clima;
22. Prende atto delle implicazioni sul bilancio delle attività da intraprendere da parte del Segretariato di cui alla presente decisione, e le richieste di azione del Segretariato contenute in questa decisione, subordinate alla disponibilità di risorse finanziarie.

 STEFANO CASERINI E VALENTINO PIANA

Fonte: Climalteranti.it

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