fbpx Dai 16 anni titolare dei rapporti con la scuola | Scienza in rete

Dai 16 anni, via i genitori dalla scuola

Primary tabs

Tempo di lettura: 2 mins

Riprendiamo la proposta di Riccardo Giannitrapani sull'autonomia dei ragazzi e ragazze a scuola dopo i 16 anni, tratta dal suo account Twitter @orporick

Ho in mente, da tempo, una minuscola e modesta proposta per la scuola. Non credo nelle rivoluzioni apodittiche, penso si possa lavorare a piccoli passi. L'idea nasce da una considerazione ovvia, qualcosa che è sotto gli occhi di tutti. Dai 5 ai 19 anni, studenti e studentesse frequentano la scuola esattamente con la stessa modalità; banco, fermo per ore, zitto, compito, interrogazione, voto, bocciato o promosso. Si passa attraverso fasi dell'evoluzione devastanti e straordinarie, ma la scuola resta ferma.

Ovviamente generalizzo e quindi faccio un torto alle tante interessanti sperimentazioni di questi anni, ma lavoro su un discorso generale tralasciando colpevolmente i picchi di creatività che al momento si intravedono all'orizzonte.

Tornando al discorso, dove si colloca in questo iter il passaggio da obbedienza a responsabilità? Non c’è, a mio avviso: la nostra scuola è un monumento all'obbedienza. In questo delicato quadro hanno un ruolo determinante le famiglie (e mi avvicino alla proposta).

Famiglie che spesso fanno un lavoro meraviglioso, ma che caricano altrettanto spesso ragazzi e ragazze con il peso della prestazione stando fuori però dai percorsi educativi. Ci sono genitori che controllano l'ingresso in orario a ragazzi e ragazze di 17 anni. Dal cellulare. (Maledetto registro digitale, maledetto per sempre).

Ed ecco la proposta per un piccolo e minuscolo cambiamento di paradigma. Dopo i 16 anni (ma potrebbero essere 15) studenti e studentesse diventino gli unici titolari dei rapporti con la scuola. I genitori non abbiano accesso al registro e ai voti se non con il consenso dei figli e delle figlie.

I genitori possano chiedere colloqui con i docenti e le docenti solo se accompagnati dai figli e dalle figlie e solo se autorizzati da loro. Insomma, via i genitori dalla scuola. Che non vuol dire via i genitori dalla vita dei propri figli e delle proprie figlie. Il contrario, si riapra il canale del dialogo sui contenuti, le passioni, le aspettative, le paure.

Non sui voti o la condotta o le assenze. Si dia responsabilità a ragazzi e ragazze, adesso. Troppo presto a 16 anni? Per qualcuno sì, per qualcuno forse è troppo tardi. Si faccia un tentativo, si dia loro la possibilità di gestire la propria vita scolastica non per obbligo o paura, ma per scelta.

Qualcuno si approfitterà? Sicuramente sì, lo fanno già adesso, in tanti modi. Se diamo a loro il controllo delle proprie azioni l'inciampo non verra' vissuto in termini della sanzione dell'adulto, ma sarà una lezione, anche dura, di vita. Una loro scelta. Forse è un'idea sbagliata, forse no. Pensiamoci. Sono convinto che non possiamo più immaginare una scuola che tratta i ragazzi e le ragazze di 17 anni come se ne avessero 8. Invece di lamentarsi delle nuove generazioni, mettiamoli e mettiamole alla prova. Ci stupiranno.

 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

How far has scientific culture come in Italy in the last twenty years?

It will be presented on March 18 the 20th edition of the Science Technology and Society Yearbook by Observa, which gathers twenty years of data to provide an overview of the most significant dynamics and trends in the relationships between science, technology, and society. Here is our review of the report.

Often when the Italian speaker discusses any topic, they express their opinions. The Anglo-Saxon speaker, on the other hand, often starts by presenting data, and then, if really necessary, offers their opinion.