fbpx Usa e Russia: riparte la corsa al disarmo | Science in the net

Usa e Russia: riparte la corsa al disarmo

Primary tabs

Read time: 3 mins

Come previsto e da tutti auspicato, il Summit tra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il presidente russo Medvedev (oltre che con il Primo Ministro Putin) del 6 e 7 luglio a Mosca si è concluso con la firma di un fondamentale protocollo d'intesa al quale dovranno attenersi i negoziatori del nuovo Trattato bilaterale sul disarmo nucleare che sostituirà entro il 2009 lo START (Strategic Arms Reduction Talks, in scadenza alla fine del 2009) (vi veda il comunicato stampa Casa Bianca). Sulla base di questo documento, Stati Uniti e Russia dovrebbero ridurre il numero delle loro testate strategiche a 1500-1675 e quello dei loro missili strategici a 500-1100, una ulteriore significativa diminuzione rispetto a quanto stabilito dallo START e dal SORT, Strategic Offensive Reductions Talks (2200 testate e 1600 sistemi di lancio).

È opportuno ricordare che il SORT (in scadenza nel 2012) non è un vero trattato, ma una sorta di "accordo" a ridurre, con "maglie" molto larghe, senza alcun riferimento alle procedure di verifica, che possono invece essere determinanti prima per la conclusione e poi per il rispetto di un trattato.

Pieno l'accordo anche sull'urgenza di rafforzare il regime di non proliferazione orizzontale delle armi nucleari, richiamando l'importanza dell'impegno da parte ti tutti gli Stati firmatari del trattato per una conclusione positiva della Conferenza di Rassegna del TNP (trattato di non proliferazione) del 2010, sulla necessità di misure efficaci per prevenire ogni forma di terrorismo, in particolare quello nucleare.

Altro risultato di grande valore del Summit è la decisione da parte della Russia di aprire dei corridoi aerei sopra il proprio territorio per il trasporto aereo di truppe e materiali americani in Afghanistan (fino a 4500 voli all'anno).

Rimangono, ovviamente diversi nodi da sciogliere nel rapporto tra Usa e Federazione russa: la Georgia, l'Iran e, di particolare importanza, il progetto dell'Amministrazione Bush di installare dei sistemi di difesa antimissile in Europa, recentemente rilanciato dal Generale Trey Obering, Direttore della Missile Defense Agency fino a Novembre 2008, e da Eric Edelman, Sottosegratrio alla Difesa fino a Gennaio 2009.

Ma il clima sembra essere del tipo "siamo d'accordo di non essere d'accordo" (we agree to disagree), suscettibile di ulteriori miglioramenti.

E forse anche la conferenza del 7 Luglio convocata ed aperta a Bruxelles dal Segretario Generale della NATO, Jaap de Hoop Scheffer, può essere un segnale e una conseguenza delle nuove prospettive di dialogo tra Stati Uniti e Russia. Alla presenza e con il contributo alla discussione, fra gli altri, di Madeleine Albright, già Segratario di Stato USA e di Mohamed El Baradei, Direttore Generale dell'IAEA, è stato formalmente avviato un processo che dovrebbe portare ad un nuovo "Strategic Concept", favorire un dialogo fra la NATO ed esperti della comunità strategica internazionale e ridefinire i rapporti tra l'Alleanza ed il resto del mondo, anche per affrontare nuovi pericoli e nuove minacce.

Insomma, mentre è ragionevole nutrire rinnovate speranze, è anche opportuno preoccuparsi di quale può e deve essere il ruolo dell'Unione Europea in questo nuovo scenario.

Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

University Admissions and Talent in China: What Can Italy Learn?

Every year, millions of Chinese students take the Gaokao, an extremely tough exam that can change the course of a life. But what can this system teach us? Between intense pressure and paths to excellence, it offers a chance to reflect on the idea of merit in Italy as well.

Each year, over 12 million Chinese students sit for the Gaokao (高考), one of the most difficult and decisive university entrance exams in the world. This three-day test includes Chinese, Mathematics, English, and one elective subject from either the sciences or humanities. The maximum score varies by province, typically between 750 and 900, with the admission threshold for top universities exceeding 680–700 points. On average, fewer than 2% of students manage to get into elite institutions such as Peking University or Tsinghua University.