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Due libri su Galileo

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Patrizia Caraveo recensisce i due libri di Alessandro De Angelis, professore di Fisica sperimentale all’Università di Padova, dedicati alla figura di Galileo Galilei e pubblicati quest'anno: Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze di Galileo Galilei per il lettore moderno (Codice edizioni) e I diciotto anni migliori della mia vita (Castelvecchi).

Crediti immagine: Darkmoon_Art/Pixabay

Galileo è una pietra angolare della nostra cultura. A lui si deve lo sviluppo del metodo scientifico che sta alla base della scienza moderna. Ma Galileo non era uno scienziato arroccato nella sua torre d’avorio: oltre ad avere passioni molto terrene, voleva scrivere per un pubblico più vasto di quello dei suoi colleghi. Da qui la decisione di usare l’italiano, piuttosto che il più togato latino, per i suoi libri della maturità.

Tuttavia, questo non è sufficiente per rendere i suoi ragionamenti immediatamente comprensibili al lettore moderno, perché il modo di argomentare e il linguaggio (letterario e matematico) di Galileo sono quelli di quattrocento anni fa. Ben venga, quindi, lo sforzo di Alessandro De Angelis, professore di Fisica sperimentale all’Università di Padova, di rendere più accessibile l’ultimo libro di Galileo Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze, scritto ad Arcetri negli anni degli arresti domiciliari dopo la condanna del Sant’Uffizio. È lo stesso De Angelis che spiega il motivo del suo tentativo di riscrivere il testo per facilitarne la comprensione

Galileo non usa formule, non scrive F=ma. Lui interseca coni con piani… In questo senso è difficilissimo da leggere, io ho impiegato tre anni

Tuttavia, vale la pena di fare uno sforzo per avvicinarsi a Galileo perché, continua De Angelis,

la cosa sorprendente è che si studiano ancora oggi nello stesso modo in cui le presenta Galileo. Dunque è interessante vedere come è arrivato a esporle in quel modo

È il testamento di Galileo fisico e contiene le dimostrazioni che ancora oggi si studiano nel corso di Fisica I.

Alessandro De Angelis, Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze di Galileo Galilei per il lettore moderno, Codice edizioni 2021 (320 pagine, 25 euro)

Come Il Saggiatore e il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, anche i Discorsi e dimostrazioni sono strutturati in forma di dialogo tra Simplicio, Salviati e Sagredo che si incontrano per discutere del testo, scritto in latino, di un professore padovano a proposito di meccanica e di scienza delle costruzioni. Entrambi i soggetti erano vecchi amori di Galileo che li aveva studiati fin dagli anni di Padova.

Ce lo racconta lo stesso autore in un secondo libro che ha dedicato al periodo padovano di Galileo. Nello scrivere I diciotto anni migliori della mia vita, Alessandro De Angelis si è basato sulle lettere che Galileo ha scritto e ricevuto dai suoi congiunti (madre, sorelle e fratello) dagli amici e da colleghi, primi fra tutti Keplero e Paolo Sarpi, e sugli appunti di lezione. Una voce narrante fornisce un intreccio realistico, ma, in realtà, immaginario, che permette al lettore di seguire gli eventi della vita dello scienziato. Scopriamo un Galileo perennemente assillato dalle richieste di danaro da parte della madre e delle sorelle che sono convolate a nozze promettendo cospicue doti ai loro mariti nella convinzione che i debiti sarebbero stati saldati dai due maschi della famiglia, il fratello maggiore professore a Padova e il più giovane musicista in giro per le corti europee. Mi sono veramente stupita dell’entità dell’impegno economico.

Alessandro De Angelis, I diciotto anni migliori della mia vita, Castelvecchi 2021 (250 pagine, 17,50 euro)

Galileo ha iniziato con uno stipendio di circa 300 ducati all’anno, poi cresciuti fino a 500, ma la dote della sorella Livia era di 1800 ducati, una cifra che si era andata a sommare alle rate di quella della sorella Virginia. Per fare fronte agli impegni, Galileo deve chiedere a più riprese anticipi di intere annualità del suo stipendio, cercando di fare quadrare i conti costruendo strumenti, quali il famoso compasso militare, tenendo studenti a pensione e facendo oroscopi. Doveva anche mantenere la sua famiglia, formata dai tre figli che Marina Gamba gli aveva dato nel corso degli anni, due bambine e un bambino. Non vivevano con lui, che, amante della solitudine, si era ben guardato dallo sposare Marina.

Scopriamo che è Fra’ Paolo Sarpi a far vedere a Galileo lo strumento ottico del quale si favoleggiava in Europa. Glielo aveva mandato un confratello da Parigi ma le immagini, pur ingrandite, sono poco nitide. Sarà sempre il frate a suggerirgli di andare a Murano dai mastri vetrai per farsi fondere del vetro di migliore qualità per le lenti che saranno alla base dello strumento che poi prenderà il nome di cannocchiale. Le migliorie apportate permetteranno le osservazioni epocali raccontate nel Sidereus Nuncius, che spianeranno anche la strada al ritorno a Firenze, mettendo fine ai 18 anni padovani.

Davanti a questa impressionante produzione galileiana, si direbbe proprio che Alessandro De Angelis, rientrato nel 2014 al dipartimento di fisica e astronomia “Galileo Galilei” di Padova dove si era laureato nel 1983, abbia beneficiato del genius loci.

 


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