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Caro Sindaco, perché vuole cambiare il Premio Galileo?

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Lettera aperta al Sindaco di Padova da parte di un gruppo di presidenti e/o di membri della giuria

Apprendiamo dalla stampa che la nuova Amministrazione del Comune di Padova ha deciso di “rivoluzionare” il Premio Galileo per la divulgazione scientifica. Tutti i firmatari di questa lettera sono stati o presidenti o componenti, per molti anni, della giuria scientifica del Premio. Ci rammarichiamo della scelta del Comune, perché la riteniamo un grave danno per la città di Padova e per il nostro Paese. Da quanto si legge sulla stampa, infatti, la “rivoluzione” del Premio consiste essenzialmente in una sua riduzione a manifestazione locale, e nel suo inserimento in un Festival, mirato principalmente al trasferimento tecnologico, nonostante l’operazione venga invece presentata come un “rilancio”.

Non esisteva in Italia un Premio analogo al Premio Galileo. Nei suoi undici anni di vita era diventato un punto di riferimento fondamentale per la diffusione di cultura scientifica e per le case editrici che, pur tra molte difficoltà, sempre più numerose si impegnano nel settore. Nato sul modello del Premio Campiello, riuniva nella sua “giuria scientifica” esponenti delle Università italiane, degli Enti di ricerca, di alcune delle maggiori testate giornalistiche, dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia Galileiana e dell’Accademia della Crusca. Il suo radicamento patavino era, per altro, ben espresso dai numerosi docenti dell’Ateneo di Padova, dal Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova e da un membro designato dall’Accademia Galileiana, a rappresentare la cultura scientifica di eccellenza del territorio in cui il Premio era nato. Questa ricchezza oggi si perde: la giuria sarà infatti costituita solamente da cinque docenti dell’Ateneo di Padova. Inoltre la “giuria dei lettori” del Premio era formata dagli studenti appartenenti a classi del quarto anno delle scuole superiori, una per ogni provincia italiana, la cui scelta ruotava anno dopo anno. Ogni classe, con la guida degli insegnanti, leggeva e discuteva i libri della cinquina selezionata nell’adunanza pubblica dalla giuria scientifica, esprimendo poi il voto per il libro preferito. Un modo per far crescere nei giovani la passione per la scienza e orientarne le scelte universitarie. Anche questa valenza di discussione, confronto e orientamento si perde: la giuria dei lettori sarà infatti formata da 200 studenti appartenenti solo a scuole di Padova e Rovigo, e da 200 ricercatori dell’Università di Padova (non si hanno notizie su come verranno scelti). Ognuno, ci pare di capire, esprimerà il suo voto senza alcun confronto.

Peccato. Il Premio Galileo era un fiore all’occhiello del Comune di Padova. Una delle poche iniziative culturali, continuate nel tempo da amministrazioni di segno politico diverso, che aveva dato a Padova una visibilità e prestigio nazionali. Peccato per Padova e peccato per il nostro Paese, che tanto avrebbe bisogno di crescita di cultura scientifica diffusa.

Maria Pia Abbracchio, Nicola Armaroli, Franco Bombi, Dario Bressanini, Umberto Bottazzini, Giovanni Caprara, Patrizia Caraveo, Rodolfo Costa, Paolo Crepet, Giulio Giorello, Pietro Greco, Luca Illetterati, Paola Manni, Nicoletta Maraschio, Armando Massarenti, Annibale Mottana, Piergiorgio Odifreddi, Ivano Paccagnella, Giulio Peruzzi, Andrea Pilastro, Benedetto Scimemi, Carlo Giacomo Someda, Massimo Turatto


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