fbpx A Padova con Tonelli vince la passione per la ricerca | Science in the net

A Padova con Tonelli vince la passione per la ricerca

Primary tabs

Read time: 4 mins

I ragazzi d'Italia hanno votato. E il Premio Galileo, giunto ormai alla sua undicesima edizione, forse il premio più prestigioso e più famoso del Paese per la divulgazione scientifica, quest'anno va a La nascita imperfetta delle cose, Rizzoli Editore, 2016, dello scienziato Guido Tonelli.

Non era compito facile vincere ieri a Padova. La giuria popolare, formata dagli studenti di oltre cinquanta scuole superiori sparse per tutta l'Italia, doveva scegliere all'interno di una cinquina (selezionata lo scorso gennaio dalla Giuria del Premio - di cui ho fatto parte - fra oltre 100 libri) che spaziava tra vaccini e terremoti, le bufale in medicina, la genetica delle popolazioni e dei migranti, e, giustappunto, la storia di una delle più grandi scoperte della fisica. Tutti libri ben scritti e ben documentati, tutti da leggere assolutamente.

Nella foto il presidente della giuria Dario Bressanini con la cinquina dei libri finalisti, tutti da leggere.

Ma al di là dell'ottimo lavoro e delle analisi corrette e circostanziate riportate nei 5 libri, i ragazzi hanno scelto la storia di una scoperta, raccontata in prima persona con grande passione e partecipazione da Guido Tonelli.

Per Tonelli è il primo libro, pubblicato in una stagione già matura e consolidata della sua straordinaria carriera di scienziato. Un libro che attraverso una scrittura diretta, semplice e realistica, racconta una delle scoperte più grandi ed emozionanti degli ultimi 50 anni: la scoperta del bosone di Higgs, la "particella di Dio", il "Santo Graal" della fisica, così chiamato perché sfuggito alle ricerche precedenti di generazioni di fisici.

Ed è con lo stesso linguaggio diretto e semplice, mentre siamo seduti al caffè Pedrocchi a festeggiare con gli autori degli altri 4 libri, i giornalisti e le autorità cittadine, il Presidente Dario Bressanini e il resto della Giuria, che Tonelli mi racconta come questo libro sia nato quasi per caso, da sollecitazioni esterne di giornalisti amici del New York Times e di Scientific American, che intervistano il fisico nel 2011, subito dopo la divulgazione della scoperta e gli propongono di farne un libro. Un invito a scrivere poi reiterato anche da giornalisti italiani, dei quali l'autore ricorda in particolare Andrea Parlangeli, vicedirettore di Focus, che lo spinge a mettere nero su bianco il racconto semplice e affascinante del lavoro che ha portato a questa straordinaria scoperta. E così, Guido Tonelli, di professione fisico delle particelle, professore all'Università di Pisa, che ogni anno divide il suo tempo fra gli studenti di fisica e ingegneria della città toscana e i laboratori del CERN di Ginevra, inizia a raccontare la grande avventura degli esperimenti CSM e Atlas, concepiti fin dall'inizio come esperimenti indipendenti e "proprio per questo approvati insieme, affinché ognuno facesse del suo meglio per arrivare prima ai risultati”.

Un racconto che vede due figure straordinarie alla guida dei due esperimenti, Guido Tonelli per CSM e Fabiola Gianotti per Atlas, due italiani scelti come "portavoce" del lavoro di migliaia e migliaia di scienziati sparsi in tutto il mondo. Un racconto fatto di grandi sogni, fatica e dedizione, che partendo dalla sera del giorno precedente la consegna del Premio Nobel a Peter Higgs e Francois Englert (i due fisici che nei decenni precedenti avevano teorizzato l'esistenza della particella di Dio) ripercorre con una serie di flashback efficaci un percorso irto di difficoltà continue, di piccoli progressi e di grandi sconfitte, anni e anni di lavoro durissimo, di sana e feroce competizione, dove però prevale la grande voglia di saperne di più e di "sporgersi con i giovani collaboratori oltre la barriera dell'ignoto", per dare uno sguardo a quello che ancora non sappiamo e riuscire così a spostare un po' più in là il confine della conoscenza.

Ed è in questo stesso modo appassionato che Tonelli presenta ieri il suo libro nella splendida cornice del palazzo della Ragione di Padova, ed è questa passione che, insieme con la voglia di sognare e di riconoscersi in questo eccezionale team di protagonisti, ha guidato ieri la scelta dei ragazzi.

Un sogno che, mi dice Tonelli, continua ancora oggi e crescerà ancora, grazie al progetto di un nuovo acceleratore ancora più potente di quello del CERN, un'impresa internazionale da 10 miliardi di euro, che consentirà misure ancora più precise del momento in cui è nato l'Universo.

Ecco la graduatoria finale:

1 - Guido Tonelli, La nascita imperfetta delle cose, Rizzoli Editore, 2016.

2 - Guido Barbujani, Gli africani siamo noi. Alle origini dell’uomo, Editori Laterza, 2016.

3 - Andrea Grignolio, Chi ha paura dei vaccini?, Codice Edizioni, 2016.

4 - Silvia Bencivelli e Daniela Ovadia, È la medicina, bellezza!, Carocci Editore, 2016.

5 - Alessandro Amato, Sotto i nostri piedi, Codice Edizioni, 2016.

 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Approved the law for the restoration of European nature, but it's a half victory

On November 9, the European Council approved the Nature Restoration Law, a regulation for the restoration of ecosystems. A much-hoped-for victory that leaves a bitter taste: the adopted regulation emerges from more than a year of negotiations that have significantly weakened it in substance. The risk is that the objectives lose their concreteness in implementation.

Crediti foto Boris Smokrovic su Unsplash

On November 9, the European Council, the body defining the EU's policy directions, approved the Nature Restoration Law, one of the four main pillars of the European biodiversity strategy for 2030. A great achievement, yet leaving a bit of bitterness, considering the approved regulation was significantly weakened compared to the original.