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Prendiamo sul serio gli “inquinanti emergenti” nelle acque

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Negli ultimi anni c’è particolare attenzione sui cosiddetti inquinanti emergenti, quali farmaci, ormoni, droghe e sostanze chimiche, molte delle quali di uso domestico. Oggi gli “emergenti” vengono particolarmente studiati per vedere come cercare di controllarne le emissioni e - dove possibile - rimuoverli dall’ambiente.
Mettere a punto strategie di protezione permetterà di prevenire i problemi, anziché doverli affrontare in situazioni di contaminazione diffusa.
Fondazione Cariplo ha recentemente co-finanziato un progetto di ricerca dell’Istituto Mario Negri, per lo studio di questi inquinanti nell’acquifero milanese, sia nelle acque sotterranee (fra cui quelle potabili) sia in quelle superficiali, come laghi e fiumi.

Una rete complessa

Milano ha tre falde freatiche, a diverse profondità: una superficiale, con profondità fino a circa 30 metri, che a causa di un elevato livello di inquinamento non viene più sfruttata per produrre acqua potabile.
Vi sono poi una seconda e una terza falda, da 30 a 100 metri di profondità circa la seconda e da 100 a 200 metri e oltre la terza, da cui l’acqua viene prelevata e, dopo potabilizzazione, viene immessa in rete e arriva ai rubinetti di casa.
Il sistema è molto complesso. Ci sono circa 30 centrali di distribuzione/accumulo e pompaggio, ognuna delle quali dispone di circa 15-20 pozzi che prelevano l’acqua dalla falda.
Le due falde in parte sono isolate fra loro e gli inquinanti che si trovano sono diversi, per qualità e quantità, da falda a falda e da centrale a centrale. La terza falda è separata dalla seconda, e per garantire che l’acqua sia sempre potabile, ogni stazione di pompaggio è equipaggiata con impianti di trattamento per potere immettere in rete acqua che rispecchi sempre le normative vigenti sulla qualità.

Il cocktail di Milano

Il progetto ha campionato le acque di prima, seconda e terza falda, le acque a monte e a valle dei tre depuratori milanesi e quelle dei fiumi sia in ingresso che in uscita da Milano. 
Fra gli inquinanti emergenti sono stati ricercati una serie di composti che appartengono a diverse classi di sostanze quali farmaci e ormoni naturali e sintetici (34 composti), droghe d’abuso e sostanze correlate (29 sostanze), disinfettanti, PCPs (Personal Care Products, ovvero sostanze chimiche impiegate per deodoranti, creme e cosmetici) (6 composti), composti perfluorurati (2 composti), plasticizzanti, surfattanti (alchilfenoli) (5 composti) e contaminanti di origine antropica quali caffeina, nicotina e alcuni dei loro principali metaboliti (5 composti).
Il progetto, condotto anche grazie alla collaborazione della società Metropolitana Milanese che gestisce a Milano il Servizio idrico integrato, ha prodotto molti dati e mappe sull’inquinamento delle acque superficiali e profonde di Milano, con cui si può cominciare a capire come questi inquinanti si formano e si muovono nelle falde. La cosa da evitare, infatti, è che col tempo questi migrino progressivamente nelle acque profonde destinate al consumo.

 
Figura 1 Bacini di raccolta delle acque reflue dei tre depuratori di Milano

Il caso Lambro

Già al loro ingresso a Milano, il Lambro, l’Olona e il Seveso contengono quantità significative di contaminanti che nel tragitto urbano vanno ad aumentare con i reflui dei depuratori. Tuttavia, gli impianti di trattamento a carboni attivi (presenti in quasi tutte le centrali dell’acquedotto) sono molto efficaci anche per la rimozione di questi microinquinanti emergenti. Il processo di depurazione che avviene nei tre depuratori milanesi è complessivamente di elevata efficienza, soprattutto per alcune classi di composti, quali caffeina e nicotina, droghe, disinfettanti e alchilfenoli, ma incompleto per farmaci e composti polifluorurati.


Figura 2 Localizzazione dei punti di prelievo lungo i corsi d’acqua analizzati e dei principali depuratori di Milano

Il Lambro, in particolare, dopo aver attraversato il territorio milanese e fino allo sbocco nel Po presenta un altissimo carico inquinante. Oltre a caricarsi di nuovi contaminanti presenti nei reflui dei depuratori, riceve una grande quantità di altre sostanze, fra cui farmaci veterinari, presumibilmente riversati nella zona agricola sud della provincia di Milano, attraversata dal Lambro prima del suo ingresso nel Po. Chilo su chilo, gli “emergenti” aumentano: con quali rischi? Con questi dati è già stato possibile effettuare un bilancio di massa dei contaminanti nell’area Milanese. Ad esempio, per i farmaci abbiamo calcolato un carico di circa 1 kg al giorno (considerando la somma di tutti i farmaci) già presente nelle acque dei fiumi in entrata a Milano, a cui si aggiungono circa 2,7 kg residuanti  nelle acque depurate dei tre depuratori cittadini e altri 2,8 kg che sono presumibilmente riversati nelle acque del reticolo fluviale al di fuori della città di Milano o direttamente nel Lambro, soprattutto nella zona sud della provincia del capoluogo lombardo. Difatti si può notare come nelle zone dei punti di campionamento di San Zenone e San Colombano, aree caratterizzate da intensa attività di allevamento animale, aumentino in misura notevolissima le concentrazioni di alcuni farmaci di utilizzo anche veterinario, legale o illegale.
Le mappe realizzate, anche, mostrano scenari per le diverse classi di sostanze rilevate che meritano analisi ed approfondimenti , che non sono ancora stati effettuati in maniera esauriente, a causa della complessità del tema. Ora, grazie  al co-finanziamento di un anno supplementare di progetto sarà possibile  completare i dati relativi alle acque potabili, con analisi delle acque potabilizzate derivate  dalle acque di seconda e terza falda di 21 pozzi del Servizio idrico della città di Milano, e con l’elaborazione di mappe georeferenziate, ottenute incrociando i dati relativi agli inquinanti emergenti con i dati degli inquinanti “classici” forniti da Metropolitana Milanese.
Soprattutto l’estensione del progetto  ci consentirà di effettuare una accurata valutazione del rischio ambientale dell’inquinamento delle acque superficiali e del rischio per la salute  correlato al tipo e al livello di inquinamento rilevato nelle acque di falda e potabili.
Entro fine anno, potremo finalmente presentare e discutere i risultati finali in un workshop nazionale.

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