Tasse universitarie: i numeri di Ichino e Terlizzese
Ichino e Terlizzese (IT) in una replica al nostro articolo "Ma i poveri pagano l’università ai ricchi?" ci chiedono "Sulla base di quale conto CSL [ndr.
Fisico. La sua attività di ricerca include: fisica statistica, la cosmologia, la dinamica gravitazionale. Ha pubblicato circa 70 articoli in riviste internazionali e di circa 40 contributi per conferenze internazionali. E' co-autore del libro Statistical Physics for Cosmic Structures (Springer Verlag 2005). E' anche editor di Dinamica e termodinamica di sistemi con a lungo raggio interazioni: teoria ed esperimenti (AIP, 2008).
Attualmente è ricercatore presso l'Istituto per i Sistemi Complessi del Consiglio Nazionale delle Ricerche. E' inoltre visiting professor presso il Dipartimento di Fisica della Università Cattolica degli Studi di Brescia, dove insegna Astrofisica.
Ichino e Terlizzese (IT) in una replica al nostro articolo "Ma i poveri pagano l’università ai ricchi?" ci chiedono "Sulla base di quale conto CSL [ndr.
Visto l’interesse che ha suscitato il tema, vorrei chiarire alcuni punti rispetto a quanto affermato nell’articolo di Andrea Ichino scritto in replica al mio precedente intervento sul tema delle tasse universitarie.
La discussione sull’ammontare delle tasse universitarie tocca vari punti politici e strategici di primo piano, dal ruolo dello Stato e dell’intervento pubblico, alla missione stessa dell’università; per questo è necessario che ci sia un dibattito approfondito su questo argomento.
Gli enti di ricerca italiani sono nel mezzo di una complessa fase di riordino, e molto si discute di quale sia il modello cui ispirarsi. La novità più recente è la comparsa sulla scena da qualche anno dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), che è stato concepito come un paradigma di eccellenza.
Le discussioni sul DDL Gelmini sono spesso basate su slogan del tipo: introduce la meritocrazia e la valutazione nell'università, limita i poteri dei "baroni", ecc. A me sembra che dietro questi slogan non ci sia nulla di concreto, tantomeno l'introduzione di criteri di valutazione seri o dei limiti ai poteri dei baroni.
The standard model of cosmology, as opposed to the standard model of elementary particles, does not enjoy great generality: it is based on the simplest class of solutions among the solutions of Einstein's general relativity equations, that describe gravity and link matter distribution to the geometric properties of space-time. In particular, the basic assumption is that matter is approximated to a perfectly homogeneous fluid.
Il modello standard della cosmologia, al contrario del modello standard delle particelle elementari, non gode di una grande generalità: è basato sulla classe di soluzioni più semplice possibile delle soluzioni delle equazioni della Relatività Generale di Einstein che descrivono la forza di gravità e legano la distribuzione della materia alle proprietà geometriche dello spazio-tempo. In particolare l’assunzione basilare riguarda il fatto di approssimare la materia come un fluido perfettamente omogeneo.
Ogni tanto ci sorprendiamo di vedere che degli eventi improbabili accadano: questi sono degli eventi straordinari in quanto si verificano raramente in quella che crediamo essere l'ordinaria realtà. Le grandi crisi economiche, come quella che stiamo vivendo, o altri eventi estremi, sono soprendendenti proprio perché si pensa che siano talmente improbabili che non si possano quasi mai verificare nella realtà. Il problema è dunque come valutare la probabilità che qualcosa avvenga, ed in particolare la distribuzione di probabilità di un certo fenomeno.