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Vertigine, una mappa per capire (e fidarsi) della scienza

spirale a imbuto

Nel suo nuovo libro “Vertigine. Storie di chi si affida alla scienza e di chi impara a farlo” (Mondadori, 2025), Beatrice Mautino racconta cosa succede quando la paura incrina la fiducia nella razionalità e ci spinge verso cure miracolose e scorciatoie pseudoscientifiche. Attraverso storie personali e collettive, che spaziano dalle illusioni del metodo Di Bella ai successi della terapia genica, costruisce un racconto lucido sulla fragilità e sul valore del metodo scientifico, mostrando come imparare a fidarsi della scienza significhi, prima di tutto, comprenderla.

Tempo di lettura: 4 mins

Aspettarsi che una persona rimanga razionale quando è spaventata e confusa non è - appunto - per nulla razionale. Ed è in quei momenti che il rischio di cadere in un baratro di farmaci miracolosi e cure cui si crede sulla parola. Vale per tutti, anche per le persone più formate e competenti. Lo spiega bene Beatrice Mautino, biotecnologa di formazione e divulgatrice di professione, nel suo ultimo libro, Vertigine. Storie di chi si affida alla scienza e di chi impara a farlo (Mondadori, 2025). Lo ha vissuto lei stessa, dopo la diagnosi in un familiare di un tumore raro:

La prima volta che ho provato fastidio nei confronti di un trial clinico che conteneva giustamente molto paletti e che, di nuovo giustamente, aveva durata lunga, mi è venuta paura. Come potevo provare fastidio per una cosa che sapevo essere giusta? 

Sono le primissime pagine del saggio, che spiegano anche il titolo: la vertigine di fronte a qual baratro in cui può essere così facile rischiare di cadere quando la speranza abbatte le balaustre della razionalità.

Mautino sceglie di analizzarlo, quel baratro. «Ho cercato di capire cos’è la speranza, ascoltando le storie degli altri e tentando di individuare gli elementi comuni, ho ragionato sui metodi e sul sistema provando a capire se si merita ancora la nostra fiducia». E lo fa attraversando i temi e i tempi: ripercorre la vicenda Di Bella della fine degli anni Novanta e storia e attualità dell’osteopatia; racconta il percorso che ha portato alla fecondazione in vitro e quello della terapia genica. C’è insomma la storia con l’attualità, così come ci sono il rigore dei dati e l’umanità delle interviste. Aspetto cruciale, queste ultime: sono le voci di chi la scienza l’ha fatta e quella di chi ha beneficiato dei suoi risultati, di chi ne racconta le sfide da ricercatore (o ricercatrice) e chi lo fa da paziente. 

Mautino unisce anche la sua stessa voce: Vertigine non è certo un’autobiografia ma, con onestà e coerenza, l’autrice racconta anche i dubbi e le difficoltà che lei stessa ha vissuto, non solo nel confronto con quel tumore raro in famiglia, ma anche su problemi forse meno gravi ma non meno banali – soprattutto nel metodo, in quel solito baratro che possono aprirti davanti. Nello specifico, racconta di quando, per un problema di dermatite atopica sempre in famiglia, il medico abbia raccomandato il permenganato di potassio. Un trattamento che l’ha lasciata perplessa, certo, ma insomma, il medico «Saprà quel che fa». Invece, andando a scavare e nemmeno troppo in profondità, ne escono quelli che sono, per essere gentili, conflitti d’interesse e basi scientifiche «quantomeno traballanti». Perché per finire nel baratro, a volte, «Non è nemmeno necessaria la disperazione di una malattia grave. A volte bastano la frustrazione, un consiglio dato con troppa sicurezza, la potenza rassicurante di una comunità online e la difficoltà a mettere in discussione l’autorità o a navigare nell’incertezza».

Perché allora affidarsi alla scienza? Perché quel sottotitolo, Storie di chi si affida alla scienza e di chi impara a farlo? È qui il messaggio, potente e importante, di Vertigine: attraverso quelle storie e quei dati, ci mostra davvero perché affidarsi alla scienza, perché la ricerca scientifica meriti di essere sostenuta. Nonostante i suoi limiti, i tempi a volte lunghissimi di cui ha bisogno, le incertezze, le fallacie del sistema (per esempio, Mautino dedica delle validissime riflessioni ai problemi delle pubblicazioni scientifiche, di cui abbiamo parlato spesso anche su Scienza in rete); nonostante quella che a volte è anche la spietatezza del sistema, quella che nega, evidenze alla mano, la cura miracolosa. Perché, come conclude Mautino, «I metodi spietati della scienza possono non piacerci, ma non abbiamo tante alternative se vogliamo ottenere dei risultati». 

Per capirlo e riuscire appunto ad affidarsi serve conoscere quei metodi, così da imparare anche a riconoscerli, a distinguerli dal baratro. In questo senso Vertigine è non solo un saggio, ma anche una buona mappa, di quelle da portare con sé, con le informazioni davvero importanti quando devi partire per un posto sconosciuto, o magari non devi partire ma ci pensi perché sai che è meglio essere preparati. Ed essere preparati, quando si parla di scienza e salute, può fare la differenza.
 


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