fbpx Intervita a Giovanni Veronesi | Scienza in rete

L'inquinamento dell'aria aumenta il rischio di Covid-19

Primary tabs

--
Tempo di lettura: 1 min

Il rischio di infettarsi con SARS-Cov-2 aumenta in ragione dell'inquinamento dell'aria. Per la precisione a ogni aumento di 1 microgrammo/m3 di PM2,5 su base annua, il rischio aumenta di circa il 5%, e in percentuali inferiori per gli altri inquinanti, il che corrisponde in termini assoluti a 294 ogni 100.000 persone. L'interessante risultato è stato ottenuto da ricercatori dell'Università dell'Insubria di Varese, insieme a colleghi dell'Università di Cagliari, dell'Imperial College di Londra e della società Arianet, che hanno pubblicato lo studio sulla rivista Occupational & Environmental Medicine del gruppo BMJ. La correlazione fra esposizione cronica all'inquinamento e infezione viene quindi confermata da un nuovo studio condotto sui dati reali delle infezioni di Varese, città peraltro meno inquinata delle vicina conurbazione milanese. Il nesso potrebbe dipendere non dal fatto che l'inquinamento "trasporta" i virus (ipotesi controversa e non confermata dagli studi), ma dalla maggiore suscettibilità a contrarre l'infezione da parte di chi vive in luoghi inquinati, per i più alti livelli di infiammazione e da altri meccanismi. Una ragione in più per affrontare con decisione il contrasto all'inquinamento. Ne abbiamo parlato con uno degli autori dello studio, Giovanni Veronesi, biostatistico dell'Università dell'Insubria di Varese.

Intervista: Luca Carra. Sigla: Jacopo Mengarelli, Chiara Sabelli. Produzione: Sergio Cima

 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Why have neural networks won the Nobel Prizes in Physics and Chemistry?

This year, Artificial Intelligence played a leading role in the Nobel Prizes for Physics and Chemistry. More specifically, it would be better to say machine learning and neural networks, thanks to whose development we now have systems ranging from image recognition to generative AI like Chat-GPT. In this article, Chiara Sabelli tells the story of the research that led physicist and biologist John J. Hopfield and computer scientist and neuroscientist Geoffrey Hinton to lay the foundations of current machine learning.

Image modified from the article "Biohybrid and Bioinspired Magnetic Microswimmers" https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1002/smll.201704374

The 2024 Nobel Prize in Physics was awarded to John J. Hopfield, an American physicist and biologist from Princeton University, and to Geoffrey Hinton, a British computer scientist and neuroscientist from the University of Toronto, for utilizing tools from statistical physics in the development of methods underlying today's powerful machine learning technologies.