Sono bastati pochi giorni della nuova presidenza statunitense per spingere prima le donne, e ora gli scienziati, a organizzare marce di protesta. Un risveglio traumatico, l’orologio della storia che cambia improvvisamente verso, stranieri bloccati negli aeroporti per la chiusura delle frontiere, e ora - per restare alla scienza - le prove generali dello smantellamento della Environmental Protection Agency (EPA), che fondata nel 1970 da Richard Nixon e i suoi 8 miliardi di dollari di budget è la più prestigiosa e potente agenzia di protezione ambientale del mondo (qui).
Il vento è cambiato dalla nomina presidenziale di Scott Pruitt, che da Procuratore generale dell’Oklahoma si è già distinto nel sostenere le tesi dei negazionisti climatici e ora è convinto - come ha dichiarato in un incontro con i responsabili delle case automobilistiche - che l’EPA deve finirla di gravare il mondo degli affari con leggi e regolamenti stringenti sulla qualità dell’aria e dell’acqua. Il giro di vite è partito dal sito internet dell’agenzia federale, ripulito in tutta fretta da sconvenienti affermazioni ecologiste e a supporto del cambiamento climatico. Una teoria, secondo il nuovo capo dell’EPA, tutta da dimostrare.
Sintetizza bene la situazione l’epidemiologo del CNR Fabrizio Bianchi: “Ritengo grave la decisione di porre a capo dell'Agenzia Federale USA di Protezione dell'Ambiente un personaggio che si era impegnato contro l'EPA come Procuratore generale, che ha messo alla pari il valore della protezione dell'ambiente con la nozione di libertà per le imprese americane, e che è noto come negazionista dei cambiamenti climatici. Questo testimonia una scelta contro l'interesse pubblico e di lontananza se non disprezzo per le evidenze scientifiche, che hanno confermato sia i cambiamenti climatici sia gli effetti dell'inquinamento sulla salute della popolazione generale. La decisione inoltre di riprendere la costruzione degli oleodotti nelle terre dei nativi Sioux, bloccata da Obama, aggiunge ulteriore gravità perché scelta di parte contro i diritti di comunità locali. Siamo solidali con i colleghi USA e abbiamo aderito alla loro iniziativa di Marcia per la scienza”.
La marcia degli scienziati è prevista a giorni e questo è il profilo Twitter della manifestazione che ha già raccolto ad oggi 286mila follower.
A nome della Società internazionale di epidemiologia ambientale (International Society for Environmental Epidemiology), il ricercatore dell’Università di Harvard Joel Schwartz chiede ora dalle pagine di Epidemiology il ritiro della nomina di Scott Pruitt (qui).
Joel Schwartz è professore nei Dipartimenti di salute ambientale ed Epidemiologia presso la Harvard School of Public Health. Fa parte del comitato direttivo del Centro per l’ambiente dell'università, ed è direttore del Centro di Harvard per l'analisi del rischio. I suoi principali interessi di ricerca includono gli effetti sulla salute dell'inquinamento atmosferico, della qualità dell’acqua e dei cambiamenti climatici.
L’articolo di Schwartz fa un ritratto eloquente di Pruitt: “Come procuratore generale dell’Oklahoma, Scott Pruitt ha citato in giudizio l’EPA su quasi tutti i principali regolamenti contro l'inquinamento atmosferico, cercando di far vincere il principio che siano i singoli Stati dell’Unione a emanare norme in campo ambientale al posto delle leggi federali”.
All’indomani della sua nomina, Pruitt ha dichiarato che “Il popolo americano è stanco di vedere miliardi di dollari drenati dalla nostra economia a causa delle inutili norme dell’EPA. D’ora in poi intendo governare l'agenzia in modo che favorisca sia la protezione responsabile dell’ambiente sia la libertà per le imprese americane”.
Continua Schwartz: “Di recente Pruitt ha inviato all’EPA una lettera scritta per lui da una compagnia petrolifera, lamentando la produzione di stime sull'inquinamento dei pozzi di petrolio (qui). In un'altra lettera, Pruitt ha chiesto all’ispettore generale EPA di bloccare le indagini dell’agenzia sui possibili impatti del fracking sull'acqua potabile (qui), suggerendo che la miglior politica è quella del 'non cercare per non trovare’. Ancora quest'anno ha citato in giudizio l'agenzia per annullare una regolamentazione delle emissioni di metano dalle nuove apparecchiature utilizzate nei pozzi di gas e petrolio (qui)”.
Il ritorno a un passato senza regole in campo ambientale non dipende certo da una sola persona e non data da oggi. Come ricorda sempre Schwartz nel suo articolo, è da tempo che i conservatori lavorano per minare l’azione dell’agenzia di protezione ambientale, sia lesinando sui fondi, sia con nuovi regolamenti che tendono a escludere dai panel EPA gli esperti indipendenti a favore di quelli di parte industriale. Il tutto sotto lo scudo delle diverse associazioni e fondazioni, ben foraggiate dai padroni del carbone e del petrolio, che alimentano uno scetticismo spinto verso le scienze climatiche e ambientali. Con le stesse tecniche un tempo utilizzate dalle multinazionali del tabacco contro gli studi sul cancro ai polmoni.
La marcia per la scienza, nata come protesta contro l’immigration ban che colpisce fra gli altri i ricercatori, dovrà occuparsi anche di questi attacchi all’ente che ha insegnato la protezione ambientale al mondo.