Le due classi riunite di 41 allievi sono state divise in 4 gruppi (A, B, C, D), con il compito di studiare l'aria sulla base di un percorso tracciato attraverso delle schede guidate.
Per le fasi sperimentali del lavoro (pomeridiano) sono stati impiegati 3 pomeriggi da due ore l'uno, a distanza di diverse settimane tra una unità e l'altra. Per la realizzazione dei test, delle riflessioni e delle verbalizzazioni necessarie, le insegnanti di scienze, nelle proprie classi, hanno utilizzato altro tempo.
1° GIORNO
Dalla beuta è stata tolta metà dell’aria. Ovviamente non è possibile vedere l’aria, ma si può sentire, ad esempio, il soffio che essa produce rientrando nella beuta.
Immaginiamo ugualmente di possedere degli occhiali “magici” che consentano di vedere l’aria e di ingrandirla. Se questa è la situazione prima di aspirare, quale parte della beuta rimane senza aria?
L'esperimento è stato condotto con una campana di vetro e pompa a vuoto manuale. Le discussioni di gruppo hanno prodotto questi disegni e descrizioni.
Gruppo A: L'aria occupa tutto lo spazio a disposizione |
Gruppo B: 1. aria spinta da forze di coesione; 2. agitazione termica, cioè l'aria è sparsa |
Gruppo B1: 1. L'aria è molto stretta, molto compressa, in quanto è parecchia (molta forza di coesione); 2. L'aria non è presente completamente, ma solo in modo parziale. L'aria è in movimento in quanto è poca (poca forza di coesione) |
Gruppo B2 |
Gruppo C |
Gruppo D1 |
Gruppo D2: 1. L'aria è distribuita regolarmente; 2. L'aria è rimasta ai lati |
Gruppo D3 |
L'ipotesi del gruppo A rispecchia la situazione macroscopica. I suoi punti deboli sono che non risponde alla domanda "dove manca l'aria", ma tiene conto del fatto che l'aria tende sempre a occupare tutto il volume a disposizione.
Le ipotesi del gruppo B sono accomunate dal fatto che l'aria residua lascia dei vuoti localizzati, in certa misura dispersi. I domini in cui è suddivisa l'aria residua sono immaginati cangianti in forma e mobili. Un punto debole dell'ipotesi, che comunque spiega dove manca l'aria, è che restano intere regioni senza aria. Si noti che le conoscenze puramente scolastiche pregresse, sulle forze di coesione e sull'agitazione termica, sono completamente inutili nel fornire una rappresentazione corretta dell'aria, poiché esse non sono state né costruite né integrate autonomamente in una rete concettuale coerente e significativa. La forza di coesione è associata al grado di compattezza dell'aria anziché a una forza interna. Questa errata concezione dovrà essere corretta.
L'ipotesi del gruppo C è sostanzialmente corpuscolare. I punti di forza sono che l'aria occupa tutte le regioni dello spazio e nello stesso tempo si riconoscono gli spazi vuoti.
Le ipotesi del gruppo D localizzano l'aria residua in una parte del recipiente. In basso D1 ed esternamente gli altri due gruppi. Non sono date giustificazioni per queste ipotesi, anche se la D1 può essere sostenuta dal fatto che l'aria residua ha un peso; oppure il fatto che si concentri in basso spiega la difficoltà a sollevare la cupola di vetro.
Rispondere alle seguenti domande:
a. Come fa l’aria che si trova in fondo alla siringa ad accogliere altra aria, quando premiamo il pistone?
b. Quale ipotesi disegnata nelle beute spiega meglio come si possa comprimere l’aria?
c. Che cosa ha di speciale la struttura dell’aria che ne permette la compressione?
Rispondere alle seguenti domande:
d. Nell'aria è maggiore lo spazio vuoto o lo spazio occupato dalle particelle?
e. Perché non si può raggiungere un volume nullo anche comprimendo con una forza tremenda?
2° GIORNO
f. Come fa il profumo a raggiungere il naso?
Si sono avute 2 risposte per l'opzione 1 e 5 risposte per l'opzione 2.
g. Come fa l’ammoniaca a muoversi se il tubo è chiuso e pieno d’aria?
Si sono avute 3 risposte per l'opzione 2, 1 risposta per l'opzione 3 e 5 risposte per l'opzione 4; 2 gruppi hanno dato 2 risposte.
h. Il pistone si mette in moto perché:
Si sono avute 1 risposta per l'opzione 3, 7 risposte per l'opzione 4; 1 gruppo ha dato 2 risposte.
i. Quali aggiunte bisogna fare al modello di gas finora ricavato (particelle e spazio vuoto)?
C'è stata 1 risposta: bisogna aggiungere il movimento delle particelle.
7° Dimostrazione: un palloncino di gomma chiuso con poca aria viene introdotto nella beuta, e da questa si aspira l’aria.
j. Cosa accadrà al palloncino?
Si sono avute 3 risposte per l'opzione 1, 2 risposte per l'opzione 3; 2 gruppi non hanno risposto.
Disegna gli ingrandimenti prima e dopo l’aspirazione dell’aria | La dimostrazione è stata realmente effettuata col seguente risultato | |
Nessun disegno |
prima |
dopo (vuoto) |
k. Perché non si formano bolle d’aria lasciando la bottiglia da sola?
l. Qual è l’effetto della temperatura sull’aria e sulle sue particelle?
Non è stata data alcuna risposta a queste domande.
3° GIORNO
m. Come si origina l’odore?
3 gruppi hanno scelto l'opzione 3, 1 gruppo ha scelto le risposte 2 e 3.
n. Come si può estendere ai solidi e ai liquidi il modello particellare?
o. Cosa tiene unite le particelle nei liquidi e nei solidi?
p. Come spiega il modello particellare il fatto che il colorante si diffonde più velocemente nell’acqua calda?
Un gruppo ha scelto la risposta 4; 3 gruppi hanno scelto la risposta 3.
q. Perché, secondo il modello particellare, le due gocce si sono unite?
3 gruppi hanno scelto la risposta 2; 1 gruppo ha scelto la risposta 4.
r. C’è un ultimo tassello da aggiungere al modello particellare per completare il quadro della materia solida e liquida (stati condensati). Quale?
3 gruppi hanno risposto: forze di coesione; 1 gruppo non ha risposto.
s. Cosa succede all’alcol mentre si raffredda (due risposte esatte)?
Si sono avute 3 risposte per l'opzione 1, 1 risposta per l'opzione 2, 4 risposte per l'opzione 4; 1 gruppo ha dato una sola risposta.
t. Cosa succede alle particelle dell’alcol mentre scompare dalla mano?
Si sono avute 2 risposte per l'opzione 1, 2 risposte per l'opzione 2, 1 risposta per l'opzione 3; 1 gruppo ha dato 2 risposte.
u. In base al modello particellare, perché l’alcol evapora?
Si sono avute 2 risposte per l'opzione 1, 2 risposte per l'opzione 2.
v. I cristalli di antitarme col tempo si rimpiccioliscono. A sinistra delle frecce c'è un piccolissimo cristallo fatto da poche particelle. Quale disegno, tra A, B e C, spiega meglio la riduzione delle dimensioni del cristallo?
Non è stata data alcuna risposta.
Per ogni fenomeno, riconoscere la spiegazione data dal modello particellare (risposte corrette in corsivo)
1. Alla luce del modello particellare dell’aria, perché un pallone gonfiato d’aria diventa duro?
Risultati: 10 risposte per l'opzione 1; 4 per l'opzione 2; 3 per l'opzione 3 e 24 per l'opzione 4.
2. Un pallone viene forato da un chiodo e si sgonfia. Qual è la spiegazione data dal modello particellare?
Risultati: 12 risposte per l'opzione 1; 4 per l'opzione 2; 4 per l'opzione 3 e 20 per l'opzione 4.
3. Quando si aspira il succo di frutta da una busta di cartone, questa si schiaccia. Lo stesso non succede se il foro è più largo della cannuccia. Come si spiega il fenomeno in base al modello particellare?
Risultati: 7 risposte per l'opzione 1; 20 per l'opzione 2; 0 per l'opzione 3 14 per l'opzione 4.
4. Cosa succede se si cerca di aspirare la bibita da un recipiente rigido (bottiglia di vetro), se la cannuccia aderisce perfettamente al foro sul tappo?
Risultati: 8 risposte per l'opzione 1; 7 per l'opzione 2; 12 per l'opzione 3 e 13 per l'opzione 4.
5. Copia nel cerchio vuoto l’ingrandimento che ritieni più verosimile per una piccola porzione d’aria compressa, secondo il modello particellare.
La risposta corretta è la D.
Risultati: 19 risposte per l'opzione A; 0 per la B; 2 per la C e 18 per la D.
Riepilogo delle risposte al questionario finale (in verde le risposte corrette; in rosso quelle errate ma scelte da molti allievi)
Totale alunni = 41 | 1 | 2 | 3 | 4 | nessuna risposta |
Domanda 1 | 10 | 4 | 3 | 24 | |
Domanda 2 | 12 | 4 | 4 | 20 | 1 |
Domanda 3 | 7 | 20 | 14 | ||
Domanda 4 | 8 | 7 | 12 | 13 | 1 |
Domanda 5 | 19 | 2 | 18 | 2 |
Conclusioni delle insegnanti
Dall’analisi delle risposte, risulta che il concetto di pressione non è stato ben assimilato e che gli alunni, come era prevedibile, non hanno ancora raggiunto una capacità di astrazione sufficiente a spiegare i fenomeni naturali applicando il modello. E’ possibile ripartire da tali considerazioni per sviluppare le future attività del progetto.
Osservazioni in itinere e conclusioni del tutor
Difficoltà riscontrate:
Gli allievi presentano resistenze nell’usare il modello particellare per spiegare i fenomeni e i fatti sperimentali. Queste resistenze sono in parte fisiologiche per l’età, ma anche dovute alle difficoltà sopra citate.
Gli allievi tendono ad attribuire caratteristiche del mondo macroscopico alle particelle: sono solide le particelle dei solidi, liquide quelle dei liquidi e gassose quelle degli aeriformi. Che non si tratti di un problema linguistico è dimostrato dal fatto che diversi allievi affermano che le stesse particelle si trasformano da solide a gassose nella sublimazione, cioè attribuiscono a esse dei cambiamenti e non riescono a immaginare particelle che non siano né solide né liquide né gassose. Occorre costruire delle attività che li aiutino a pensare agli stati della materia come derivanti dal modo di stare insieme di molte particelle.
Le loro conoscenze sulle forze di coesione, precedenti all'unità didattica, hanno interferito con lo sviluppo di un concetto di pressione adeguato e basato sul moto molecolare.
Esperienza realizzata dagli allievi delle classi 1ª B e 1ª C dell'I.C. "Luca della Robbia" di Appignano (MC), nell'anno scolastico 2001-2002.
Insegnanti: Michela Rossetti, Luigina Castelli; Valeria Bellucci, al secondo anno di sperimentazione, ha seguito autonomamente un percorso parallelo nella propria classe 1ª A
Tutor: Alfredo Tifi